venerdì 15 dicembre 2006

Ma i blogger sono giornalisti?

Oggi realizzare un blog è molto semplice ed è anche per questo che aumentano sempre di più le persone che ne posseggono almeno uno. Tra le tipologie di blog è molto diffusa quella dell'attualità, in cui il blog è utilizzato per commentare le notizie lette su giornali o siti internet. Insomma l'autore di un blog di attualità sembra essere un vero giornalista, ma lo è davvero? Cosa mancherebbe al blogger per essere considerato un giornalista? La cosa più "banale" che mi viene in mente è l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti istituito dalla legge 69 del 3 febbraio 1963. Quindi si può dire Giornalista: colui che è iscritto all'Ordine dei giornalisti; chi non è iscritto può anche rispettare nei fatti tutte le regole deontologiche e essere bravo come Enzo Biagi, ma non è un giornalista. Insomma, l'Ordine dei giornalisti è una sorta di bollino blu, che dovrebbe garantire al lettore che chi scrive è "libero" e "corretto" professionalmente.
Ma basta questo per togliere ad un blogger la possibilità di essere un giornalista? La libertà e la correttezza professionale sono due aspetti fondamentali per risultare credibili agli occhi dei propri lettori. Il lettore dovrebbe stare tranquillo sapendo che quello che legge lo scrive "un tizio con il bollino blu", ma non è così. E quindi può capitare che un indiziato finisca per essere giudicato colpevole dai giornalisti che per eccesso di sicurezza o per fretta hanno già scritto la loro sentenza.
Lo so tutti possono sbagliare, ma dov'è finita la correttezza professionale garantita dall'Ordine dei giornalisti? E l'omologazione che si percepisce leggendo i giornali è libertà?
In conclusione, io credo che la blogosfera rappresenti un opportunità almeno dal punto di vista della libertà, in quanto è sempre possibile trovare un opinione diversa o esprimere la propria, ma un blogger per quanto libero non potrà mai essere un giornalista se non sarà corretto professionalmente.

8 commenti:

# - 15/12/06, 08:36

Anonimo ha detto...

Pur essendo iscritta all'Albo ammetto che non amo i formalismi. L'iscrizione non è una discriminante. Esiste solo con una funzione regolamentatrice.
La differenza semantica tra blogger e giornalista è rintracciabile nella libertà e gratuità del primo e nella possibilità dell'altro di accesso a canali informativi privilegiati, nonché alla possibilità di essere pagato per fare l'inviato e raccontare le cronache di prima mano. Bloggare e scrivere un articolo è diverso. Chi blogga può scrivere liberamente chi scrive un articolo deve attenersi rigorosamente alle regole basilari del giornalismo

# - 15/12/06, 12:52

Giuseppe ha detto...

Ciao Tisbe,
sono contento della tua visita e del tuo intervento, perchè spero che grazie alla tua conoscenza in merito al giornalismo e alla blogosfera, potrò chiarire o meglio comprendere questo aspetto. Premetto che questo argomento è frutto del desiderio di comprendere meglio i vari aspetti della blogosfera, cercando di individuare in qualche modo i suoi limiti. Pertanto vorrei affrontare la questione sottoponendoti i vari aspetti che sono emersi dal mio articolo e dal tuo intervento.
La cosa che non ho compreso del tuo intervento è quando dici che "L'iscrizione non è una discriminante", nel senso che non fa la differenza tra blogger e giornalisti, o che nn è necessaria per essere giornalista? Se non è necessaria, dove un giornalista reperisce le regole basilari per sentirsi tale? E i diritti e doveri di chi è iscritto all'Albo con la relativa radiazione da esso, che legami avrebbero con le regole di cui prima parlavi?

PS: temo che dopo questo articolo nn mi rivolgerai più la parola...o meglio un commento :)

# - 15/12/06, 14:19

Anonimo ha detto...

Io sono aasolutamente convinto che l' ordine dei giornalisti rappresenta una fase storica superata (del resto moltissimi giornalisti lo dicono); oggi la categoria, rappresentata ai massimi livelli da persone "anziane" (senza dare una valenza negativa, ma è un dato, soprattutto nei giornali)e la possibilità per un giovane di uscirne vivo (e pagato) è lontana e molto faticosa... spesso per arrivare ci vogliono amicizie importanti (che ridurranno lo spessore dello scrivere, a mio parere) e soprattutto il valore fondamentale, lo scrivere bene, è superato dalla burocrazia, il "certificato"...

credo che nei prossimi anni cambieranno drasticamente le cose, e allora ne sarò felice...

p.s grazie dell' inserimento nel blogroll, contraccambio subito :)

# - 15/12/06, 16:07

Anonimo ha detto...

Non è la discriminante in senso qualitativo. Detto tra noi conosco un sacco di gente che è stata iscritta all'Albo attraverso percorsi poco ortodossi, e conosco un sacco di pseudo giornalisti che scrivono con i piedi e non hanno la più pallida idea di cosa significhi scrivere un articolo nel cui incipit ci siano contenute tutte le info necessarie per convincere il lettore a continuare la lettura. Per non parlare del resto. Questo non vuol dire che non debbano essere norme o un Ordine, ma vuol dire che in Italia si trova sempre il modo di rendere ogni controllo inefficace. Insomma, ha ragione Sid, soprattutto quando dice che non pagano i GIOVANI: è vero.

# - 15/12/06, 16:08

Anonimo ha detto...

Parlavo di discriminante qualitativa, non legale ;-)

# - 15/12/06, 17:55

Giuseppe ha detto...

Sul fatto che nn sia la discriminante in senso qualitativo siamo tutti d’accordo.

@Tisbe: Grazie per la tua pazienza nel sopportarmi in questo ragionamento e nn ti preoccupare…nn voglio fare il giornalista ;) Per me hai ragione nell’affermare che il blogger nn è un giornalista, ma la mia se pure sottoforma di provocazione era una constatazione che il modo di fare informazione, con l’avvento di Internet, sta cambiando. Infatti concludo l’articolo…ops volevo dire il post…dicendo che un blogger per essere un giornalista deve avere anche la correttezza professionale richiesta ai giornalisti. Quanto all’aspetto economico nn vedo perché, come i giornalisti, nn possano esistere anche blogger pagati per fare informazione: l’importante è che sia garantita la possibilità a chiunque di possedere un blog e scrivere anche per il solo gusto di condividere i propri pensieri.
L’aspetto dell’inviato, credo che sia un fattore fondamentale per garantire un informazione di qualità, ma anche in questo caso non vedo perchè non possa essere trasferito al blogger.

@Sid: Credo anch’io che le cose cambieranno, ma per farlo bisogna puntare su Internet. Esempi come il blog di Beppe Grillo sono la dimostrazione che Internet concede una libertà che i mezzi tradizionali di informazione nn hanno mai visto.

PS: grazie per avare contraccambiato 

# - 15/12/06, 17:59

Giuseppe ha detto...

@Sid: Scusa del punto interrogativo...mi sa che Internet nn è così affidabile. Ci riprovo: :)

# - 15/12/06, 20:10

Anonimo ha detto...

Non credo ci siano bisogno di regole per fare il giornalista (in realtà il codice etico non credo abbia valore legale) e credo che l' ente (ordine) nazionale sia uno dei tanti carrozzoni corporativi(scusate se parlo come Bossi) utili ai padroni delle carrozze e basta (temo)... per come la vedo io, un ente dovrebbe essere libero (nel senso di libera iscrizione) e dovrebbe tutelare prima l' utenza (i lettori in questo caso), far parte di questo ente dovrebbe rappresentare una scelta di accettazione di responsabilità: mi iscrivo e decido di rispettare lo statuto e non, riesco ad iscrivermi e poi me la godo (tanto sono certificato)....

apprezzo comunque la visione meno "qualunquistica" e più ragionata di tisbe ma io resto un attimo radicale su questo punto: l' ordine non mi piace, mi puzza di corporazione... ormai l' avete capito ;)


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