martedì 13 maggio 2008

Redditi online, petizione Adiconsum

Della pubblicazione delle denunce dei redditi degli italiani da parte dell'Agenzia delle Entrate si è parlato molto in questi giorni, con voci favorevoli e voci contrarie. Attualmente, mentre il Codacons chiede un risarcimento record di 20 miliardi di euro, Adiconsum ha lanciato una petizione perché la diffusione dei redditi sia online ma con le dovute garanzie della privacy.

Secondo l'Adiconsum:


La scelta di pubblicare on line i dati del reddito è una scelta giusta e condivisibile.

Ciò che anche Adiconsum ha contestato fin dall’inizio sono le modalità di diffusione perché, come rilevato dal Garante della Privacy, l’assenza di filtri e di identificazione del richiedente, così come previsto dalla legge, ha permesso di accedere ad innumerevoli dati di tutti i contribuenti, di estrarne copia, di modificarli ed elaborarli, di formare archivi, di creare liste di profilazione, mettendo a rischio l’esattezza di tali dati ed esponendo i contribuenti al rischio di furto d’identità.

Queste modalità di realizzazione giustamente sospese dal Garante della Privacy rischiano di archiviare una scelta quale quella della diffusione on line dei redditi dei contribuenti che molti cittadini ritengono invece giusta.
È evidente che ciò deve avvenire nella tutela dei propri dati personali che devono essere al riparo dal rischio di un uso distorto.

Le tecnologie consentono tutto ciò.


A seguire la proposta di Adiconsum.


  1. Definire un protocollo di trasparenza che preveda in particolare che:

    • L’accesso ai dati avvenga previa registrazione
    • Per ogni accesso eseguito siano possibili un numero limitato di ricerche
    • La ricerca sia motivata
    • La comunicazione dei dati avvenga in modo tracciabile e sicuro

  2. Aggiungere un PIN al codice fiscale

    • L’inibizione alla diffusione dei dati da parte del Garante della privacy non elimina il rischio del furto d’identità e di operazioni illegali da parte di coloro che hanno copiato i file dell’Agenzia delle Entrate
    • Uno strumento per eliminare per ridurre tale rischio è aggiungere un PIN all’attuale codice fiscale necessario per tutte quelle transazioni e operazioni personali (del resto già previsto nel progetto della Carta d’identità elettronica fermo dal ’99).
    • Questa scelta permetterebbe anche di superar il problema delle omonimie dell’attuale codice fiscale e accelererebbe il processo di attivazione della carta d’identità elettronica, sulla quale da ani si sta lavorando.

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